20 aprile 2013
catene e gioie fragili
Comincerò dicendo che sono nata nel segno della Bilancia: perciò nel mio carattere equilibrio e squilibrio correggono a vicenda i loro eccessi. Sono nata in una città bellissima ma nessuno sa dov'è e chi ci vive spesso pensa di essere nel posto più brutto del mondo. Sono cresciuta in un paese che rimane bellissimo nella memoria di me bambina e nei racconti di mio nonno quando ancora era vivo. Ho vissuto un anno a Milano, dove grigio, tempi velocissimi e passeggiate a denti aperti mi hanno segnato un po' l'esistenza. Poi due anni a Trieste, dove l'azzurro, il seppia e il bianco mi hanno fatta innamorare di questa p'tit Napoli aristocratica con mani troppo grandi per regalare un fiore. Poi un anno e mezzo a Padova, dove il giallo rosa del tramonto e giallo arancione dello spritz si sono infilati nel mio cuore senza che me ne accorgessi, o che lo volessi. E ora un anno a Parigi.
Sono arrivata il 10 settembre, partendo da Venezia che faceva freschetto il mattino e arrivando in una città bollente e sudaticcia nell'ora di pranzo. Mi ci son voluti venti giorni per trovare una casa, vivendo nel frattempo a casa di amici, amici di amici, futuri amici. Il primo ottobre ho finalmente salito i centotre scalini che portano al quinto piano della scala B (che tutti nel palazzo dicono stia per Bohémien) e ho diretto le mie (mie!) chiavi verso gauche, la porte juste en face.
Da quel giorno vivo la maggior parte del mio tempo in quei diecimetriquadri che si chiamano studiò. Ogni tanto esco, ma soprattutto guardo fuori dalla finestra il mondo felice della signora ricca che vive nel mega appartamento di fronte al mio.
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